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Sarà perché durante la stagione invernale si trasforma in un campo da sci, sarà perché i green non risparmiano neanche i migliori puttatori, fatto sta che ottenere un buono score è impresa assai dura. Giocarci, però, ne vale davvero la pena.
È nel cuore della Boemia Centrale, a circa un’ora di distanza dall’aeroporto di Praga (Repubblica Ceca), che si snodano i due percorsi del Golf Club & Resort Konopiste: il Radecky course e il D’Este course.
Manutenzione ottima, tanto per i fairway quanto per i green. Sabbia dei bunker compatta e anche i tee box si presentano in condizioni eccellenti. Per i meno allenati è certamente consigliato l’uso del golf cart, dato il grande dislivello che presentano entrambi i percorsi.
Le 18 buche par 72 di 6.484 metri (misurati dai tee neri dei professionisti), disegnate da Frantisek Stepàn con l’aiuto di John Burns, e aperte nel 2002, rappresentano il primo percorso del resort. Già il tee della buca 1 fa capire la tipologia del percorso che ci si appresta ad affrontare: primo colpo in salita con tanto di bosco sia a destra che a sinistra. I tee shot verso l’alto tornano molto spesso durante il giro e rendono il campo più lungo di quel che sembrerebbe guardando lo yardage book.
Ma già il secondo colpo, dopo un buon tee shot, si butta giù in picchiata con uno slope di circa 20 metri. Tra le caratteristiche del campo vi è, infatti, di trovare buche in un continuo saliscendi, che rendono il gioco poco monotono e costringono spesso il giocatore ad effettuare colpi ciechi. Tempo di lasciarsi alle spalle le buche 2 e 3 (due par4 abbastanza facili) ed ecco che si entra nel bosco
Tra la 4 e la 6 si affrontano le tre buche a mio avviso più belle del percorso. La buca 4 è un par5 molto corto (400 metri) ma con acqua a sinistra e out of bounds a destra guai a prendere in mano il driver. La 5 non è lunga, ma il tee sopraelevato regala un primo colpo da cartolina. Buca iconica la 6: par3 di lunghezza media dove si deve volare il lago.
Dopo le prime 9 buche molto tecniche, corte e strette, cominciano le seconde, più larghe ma anche più lunghe. È qui che chi tira forte il drive può divertirsi… ma guai a mancare i fairway! Il rough duro e spesso bagnato non lascia scampo e chi tira storto è costretto a fare sempre un lay-up rimettendo palla in gioco. Davvero entusiasmante la buca 18, interamente in discesa e con un green dopo un ostacolo d’acqua da evitare sul secondo colpo.
Una menzione speciale per i green: grandi e difficili. Prendere tanti green in regulation non è sinonimo di un buono score. Le grandi pendenze rendono difficile il putt sia da vicino che da lontano… i birdie non abbonderanno.
Secondo percorso del resort meno spumeggiante ma comunque piacevole da giocare. Anche il D’Este course è un par 72 ma leggermente più corto, misurando poco più di 6.000 metri dai black tee. Si comincia anche qui con due buche in salita dritte, per poi entrare in una parte del percorso con diversi dogleg divertenti. Chi tira lungo il drive potrà beneficiarne tagliando sopra gli alberi a patto che conosca bene la linea su cui giocare.
Le prime 9 buche si concludono con un par4 caratteristico: anche in questo caso il primo colpo è in discesa per poi tirare ad un green ad isola, difeso da acqua su tutti i lati. Le seconde nove buche di questo percorso alternano colpi in salita a colpi in discesa, terminando con una 18 in linea con la firma dell’autore: tee shot da piazzare in un lembo di fairway, per poi giocare un secondo colpo delicato, con grande dislivello in discesa, per centrare un green difeso da un ostacolo d’acqua sulla destra.
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